Come ogni anno, Apple e Google hanno tenuto i loro eventi, WWDC e Google I/O, per presentare ciò a cui hanno lavorato per un intero anno o più. Trattandosi delle aziende più importanti in ambito mobile e non solo, sicuramente andranno a influenzare il nostro futuro. Quindi, vediamo cosa hanno presentato.
Partendo dalle novità più grandi, Apple si è lanciata nel mondo della realtà aumentata, introducendo un’insieme di supporti per sviluppatori per trasformare la normale immagine a due dimensioni a uno spazio tridimensionale in cui far comparire oggetti virtuali. Non è la prima azienda ad aver proposto qualcosa di simile, ma è bello vedere che anche lei offre una propria alternativa.
Passando a HomePod, sulla linea di Google Home o Amazon Echo, un dispositivo per la casa che attraverso Siri è in grado di animare tutti i sistemi domotici. Ha un design che si allinea a quello della concorrenza, ma rimane comunque originale: ha una forma quasi cilindrica ed è completamente rivestito di tessuto. E’ stato pensato in due colorazioni, grigio scuro e bianco perlato, e sarà disponibile verso fine anno.
Al WWDC, Apple ha presentato anche le nuove versioni dei sistemi operativi dei sui dispositivi, in arrivo tutti quanti in autunno. Partendo da iOS, in versione 11, viene introdotta una feature che tutti aspettavano da tempo: un’app di file manager che permette di girovagare tre le cartelle del telefono (non del sistema, ovviamente). Prima, per svolgere la stessa azione, era necessario applicare il Jailbreak, con la possibilità di rovinare il dispositivo. In iOS11 viene introdotto anche Dock, ovvero una funzionalità intelligente per modificare alcuni settaggi al volo e accedere anche alle app recenti, il tutto in una schermata molto semplice e ben organizzata. Viene migliorato anche Siri, che dispone di altre voci e di traduzioni migliori. Come contorno, tante altre piccole novità che migliorano l’esperienza utente.
Ha presentato anche dei nuovi dispositivi, nello specifico: tre iMac, un Macbook, due iPad e uno straordinario iMac Pro, vera chicca del WWDC. I più chiacchierati sono i due iPad, molto più potenti, con le stesse dimensioni ma con diagonali più grandi, andando a ridurre di molto le cornici, fin troppo spesse nei modelli precedenti. Si introduce anche un nuovo taglio di memoria: ben 512GB, estendendo l’utilità di queste tavolette a molto più di quanto fossero destinati i predecessori. Ciò che ha colpito veramente è il sopracitato iMac Pro: fino a 18 core, 128GB di memoria RAM e 4TB in SSD. Chiaramente la risposta di Apple a chi la accusava di non concedere sufficiente potenza alle proprie macchine, anche se il modello base di quest’ultimo parte da più di 5000 euro.
Tanti miglioramenti per quanto riguarda il piccolo robot verde: tempi di avvio dimezzati, migliorate le prestazioni e la sicurezza, l’introduzione di Kotlin (un nuovo linguaggio di programmazione). Il tutto riunito in Vitals, un sistema di ottimizzazioni introdotto con Android O, l’ottava versione.
Google, per velocizzare gli aggiornamenti del sistema più diffuso al mondo, ha deciso di iniziare un nuovo progetto: Project Treble. Per evitare inutili tecnicismi, diciamo che consente di installare OS e i driver in modo separato, un po’ come avviene con Windows. Questo, in teoria, ridurrebbe le tempistiche di aggiornamento.
Le novità più importanti, però, riguardano il virtuale e l’aumentato: sempre più aziende si stanno avvicinando a questo mondo (Apple, ad esempio), ma Google è pioniera ed è già avanti. Partendo dall’hardware, il problema di un dispositivo VR è che dev’essere accompagnato da un supporto che offra potenza di calcolo, come una console o un computer sufficientemente potente. BigG risolve questo inconveniente proponendo un visore tutto in uno, in grado di lavorare completamente da solo. Neanche HTC, che sta lavorando con Google proprio per questo progetto, era riuscita a fare tanto. E in effetti non si sa ancora come abbia risolto il problema, visto che il visore è stato solo anticipato e che verrà svelato completamente più avanti (entro fine 2017). Insieme all’hardware Google affianca il software: Daydream diventa un sistema operativo basato su Android O fatto apposta per i dispositivi di realtà virtuale.
Parlando di Realtà Aumentata, Google Lens è un sistema che si coordina con Google Assistant e con Google Foto: sfrutterà algoritmi di intelligenza artificiale per riconoscere oggetti e informazioni in foto o attraverso ciò che la fotocamera inquadra: potremmo, ad esempio, collegarci a una connessione Wi-Fi semplicemente inquadrando la password, oppure conoscere il nome di un fiore scattandogli una foto. Non solo: Project Tango è una tecnologia made-in-google che permette, attraverso una sensoristica sofisticata, di scannerizzare in 3D ciò che ci circonda e costruire una mappa virtuale. Tutto quel sistema di sensori ora, dopo 3 anni di sviluppo, si è ridotto di parecchio ed è possibile sistemarlo tranquillamente in uno smartphone: Asus ZenFone AR è l’esempio che questa tecnologia sta migliorando sempre più.
Chiaramente, due presentazioni con qualche punto in comune ma, per il resto, completamente diverse, volte a influenzare un pubblico diverso. Ciò che possiamo intuire, ricordandoci anche di F8, è che la realtà virtuale e aumentata saranno una parte integrante della nostra quotidianità tra qualche anno. Non solo: gli assistenti vocali sono sempre più intelligenti e la tecnologia sempre più personalizzabile, rendendo sì l’esperienza utente migliore ma introducendo anche tutti gli aspetti negativi che ne potrebbero derivare. Tutta questa innovazione ci farà male?